Cinquanta colpi
Vige da sempre una regola nella mia numerosa famiglia paterna, è quella di fare una visita agli anziani genitori il giorno del nostro compleanno.
Senza aspettarsi telefonate, regali o ammiccamenti vari, ad una certa ora si fa un giro a prendersi il proprio, personale buono augurio per tutto l’ anno successivo.
Da cinque anni mio padre ha lasciato la vita terrena e allora alla visita di compleanno a mia madre per me segue un giro al cimitero, un breve rito in cui cambio i fiori e poi scambio pensieri con l’ Universo che ora custodisce quel grande amico che è stato papà.
Oggi per me è la cinquantesima volta. La vita mi ha dato tanto, qualche dolore, certo, gioia, spesso, tutto. Positivo e negativo sono arrivati a volte come una carezza, altre come un pugno nello stomaco, da togliere il fiato.
Mi sono avvicinato alla lapide e ho sfiorato il nome, poi ho chiuso gli occhi e con le nocche ho iniziato a battere , lievi , cinquanta colpi , sul marmo chiaro, con gli occhi chiusi, ad ogni colpo ho ripercorso un istantaneo flash di ogni età, sono stato brevemente bambino con il fiocco rotto della scuola e mio padre che rideva, adolescente in conflitto con le sue idee antiquate, grande capire infine che era amico mio, in un percorso dove ogni santo giorno ha avuto un motivo buono per essere vissuto, dove ho sempre pensato che volevo davvero fare qualcosa per cambiare il mondo.
Mi sono fermato un attimo in piu’ al quarantacinquesimo, quando, stanco, se n’e’ andato, poi ho continuato sino a cinquanta.
Ciao Papa’, grazie….Questi lievi battiti, nel mio cuore, sono stati cinquanta colpi di artificio….e ne voglio ancora.
Auguri Domenico, è bello raccogliere anche queste sue riflessioni: una vita racchiusa in poche istantanee. Mio padre, morendo, mi ha lsciato uno dei suoi regali più belli: la vita di mio figlio. E’ morto quasi 9 anni fa e mio figlio ha quasi 9 anni.
Grazie Sandra,il senso della vita forse ci viene sussurrato ad ogni passo, basta ascoltare…