Kalahari, un deserto di diamanti e spirali.
Fate attenzione, leggete presto questo articolo, probabilmente un ente governativo mi chiederà gentilmente di cancellarlo, in quanto si sostiene anche l’ ipotesi di presenza di diamanti in un sito archeologico scoperto di recente in South Africa, un ipotesi realistica non ancora discussa apertamente in rete o in alcuna pubblicazione.
Che Dio vi benedica, lettori di cambioilmondo.it 😉 non vi faccio mai mancare nulla.
Il canadese Guillermo Farini (10 giugno 1838-17 gennaio 1929) fù un intraprendente avventuriero che nella vita affrontò innumerevoli imprese rocambolesche uscendone ogni volta indenne.
Probabilmente è stato il primo uomo bianco ad attraversare il deserto del Kalahari, in South Africa, e sopravvivere.
Certo non poteva sapere che dopo la sua, ben 25 spedizioni di esploratori indomiti avrebbero seguito le sue tracce e affrontato quel territorio ostile ufficialmente alla ricerca dell’ antica città perduta di Kalahari, di cui lui sosteneva avere scoperto le rovine.
Nessuna di queste spedizioni riusci’ a ritrovare nulla, gli uomini se ne tornarono con le pive nel sacco.
La spiegazione, forse, è arrivata solo nei tempi nostri.
Guillermo, un ragazzo molto scaltro, aveva falsificato le carte perchè alla ricerca di diamanti, non era sua intenzione condividere la posizione con nessuno sino a quando non li avesse trovati.
Con il trascorrere del tempo il racconto di Farini prese i contorni di leggenda, la città non fu mai trovata e i diamanti nemmeno, rimase solo un suo libro, “Attraverso il deserto del Kalahari” a testimonianza di quello che aveva voluto raccontare di quel viaggio. In breve:
“Siamo capitati in un mucchio irregolare di pietre che sembravano messe ad assumere la forma di un muro, ad un più attento esame, abbiamo seguito quello che era evidentemente stato una volta un enorme recinto di mura, di forma ellittica e di circa un chilometro e mezzo di lunghezza. La muratura era di carattere ciclopico. Nel mezzo era una sorta di pavimentazione di blocchi lunghi e stretti, quadrati ben incastrati tra loro, a formare una croce di Malta, al centro del quale un tempo doveva esserci forse un altare. ”
A maggio del 2013 Jaimi Visser, un giovane, moderno ricercatore olandese, senza muoversi da casa ne impolverarsi i mocassini, solo grazie all’ uso di un computer e di Google Maps , ha fatto probabilmente una delle piu’ grandi scoperte archeologiche di questo secolo.
L’erosione del vento e la sua minuziosa attenzione gli hanno guadagnato l’ onore di avere forse trovato antiche tracce di civiltà nel deserto del Kalahari, datate quindi migliaia di anni fa.
Sotto la sabbia erano nascoste decine di forme spiralegianti , che potete vedere nell’ immagine di testa, in un area estesa 30 km quadrati!
Ognuna di queste spirali, ben conformate, destrorse e sinistrorse, hanno un diametro quindi di alcune centinaia di metri. I solchi tracciati non erano affatto visibili dal satellite nel 2006, quindi o sono stati realizzati dopo, oppure erano in quel periodo coperti dalla sabbia ed è stato il vento, migliore amico degli archeologi, a scoprirle.
Lo sappiamo, per una certa scuola di pensiero *la forma spirale , da sempre, è quella che esprime l’energia, il ritmo, il battito della vita.
Hanno sviluppo a spirale le galassie, gli uragani, la rosa nei capelli dei bambini, l’ ombelico, orecchio, i petali di alcuni fiori, la lumaca, alcune conchiglie, geroglifici a spirale sono fra le tracce di antichissime civiltà rinvenute in giro per il mondo.
Se cercate in rete brevetti, disegni ricerche di scienziati di avanguardia e di confine come Tesla, Ighina, Marconi, Todeschini e altri studiosi che hanno cercato nuovi e gratuiti sistemi per ricavare energia dall’ etere, troverete sempre tracce di tecnologie create da una base a forma di spirale, in grado di attirare l’energia, di alternare positivo e negativo a seconda che la spirale abbia sviluppo destrorso o sinistrorso, di armonizzare e ritmare forze e frequenze.
Ci sono varie possibilità, il sito rinvenuto nel deserto del Kalahari potrebbe essere stato creato da esseri umani, da giganti , da entità aliene , potrebbe essere antico oppure avere meno di un secolo , meno di dieci anni. Potrebbe rappresentare un altare di culto agli dei, potrebbe essere uno Stargate con mondi paralleli, un luogo dove di sicuro, di energia ce n’e’ molta.
Ma potrebbe anche essere una mappa del tesoro.
Stanno per essere organizzate spedizioni per il controllo a terra della fenomenale scoperta, ci sono siti in internet che ne parlano ma incredibilmente nessuno ha scritto un a sola sillaba su un altra interessante possibilità, la presenza di giacimenti di diamanti.
Tutti sottolineano solo l’ importanza della scoperta archeologica.
L’ ipotesi che voglio portare alla vostra attenzione è la seguente:
se quelle spirali solcate nel terreno, in quelle dimensioni e caratteristiche non fossero altro che una mappa da decifrare?
Se una o piu’ di quelle spirali nascondessero sotto di esse il cappello del classico camino dei giacimenti diamantiferi?
Le miniere di diamanti sono fatte come nel disegno che vedete sopra, quindi esternamente, viste dall’ alto, appaiono come delle forme circolari del diametro che puo’ partire da 100 metri a più , le stesse misure esterne di queste spirali. La mappa potrebbe essere opera della spedizione guidata da Farini, oppure elaborata da antichi esseri umani, da giganti , da entità aliene, e quelle spirali potrebbero essere un rebus da risolvere per la scoperta di un sito dove estrarre diamanti, molti diamanti, a giudicare dall’ impegno con cui è stata elaborata.
Questi preziosi, oltre al valore enorme proprio sul mercato mondiale, potrebbero rivelare anche un utilizzo sconosciuto agli esseri umani, una fonte di energia mai utilizzata sulla Terra ma sempre auspicata da ricercatori dalla mente aperta e brillante. Il potenziale energetico delle pietre preziose è una conoscenza antica della umanità e ci sono tracce dell’ uso di cristalli per ricavarne energia persino nei racconti mitici di Atlantide.
Se ci fosse qualche filantropo che volesse buttarsi in questa avventura e finanziare una spedizione nel deserto del Kalahari, forse alla ricerca del più grande giacimento di diamanti del pianeta, forse alla scoperta dell’ ombelico del mondo o dell’ innesco che fa scoccare la scintilla della vita ,
la mia lettera di dimissioni dall’ attuale, amata occupazione, è già pronta nel cassetto dei sogni, che prima o poi aprirò.
*la mia n.d.r.
Potete andare voi, direttamente a vedere le spirali , su Google Maps digitate queste coordinatenate -30° 0′ 21.64″, +21° 6′ 21.69″ avvicinatevi al segnalino evidenziato verde e godetevi lo spettacolo
Di seguito ecco l’ immagine dell’ Ufo segnalato da Vento nei commenti, individuato con Google Earth (per la cronaca avevo già tentato di andarci in astrale, mi sono ritrovato in un Mc. Donald di New Delhi)Cliccate sopra la immagine per vederla ingrandita
Buon giorno Domenico,
ho studiato la zona in Google Maps…(vi è anche una foto , che raffigura in dettaglio un solco di una spirale….
incredibile…poi passa anche l’acqua…
sembrano dei convogliatori per ripulire dalla terra le pietre preziose…
e lasciarle in bella vista pulite pronte per essere raccolte…
Buon giorno Marco, riesce a darmi indicazioni piu’ precise?
Quale è la spirale che associa all’ acqua? Certo! Potrebbero essere dei convogliatori per lavare i detriti con i diamanti!
Ottima osservazione!
Le ho inviato una mail…
tutta quell’area è veramente ricca di misteriosi canali…
e traccie dell’intervento umano…
saluti
Marco
Le ho inviato una mail…
tutta quell’area è veramente ricca di misteriosi canali…
e “tracce” dell’intervento umano…
saluti
Marco
Marco, la email non è mai arrivata,l’ indirizzo esatto è nella fascia destra del blog
…. e c’è pure l’ufo precipitato -30.037706,21.227603
.. scherzi a parte .. c’è veramente tanto di curioso in quell’area .. fossi un viaggiatore astrale ci farei un giretto subito 🙂
Sono spirali fatte da agricoltori della zona…
E per qual motivo?