Le piante sanno quando arriva il terremoto.
“La quercia, collegata ad una centralina elettronica, mandò l’ inequivocabile segnale.
Le fronde, i rami, il tronco e le radici parvero fremere dal terrore, sullo schermo dell’oscilloscopio un balzo, da est stava arrivando il terremoto…”
Molti di voi hanno già sentito parlare di esperimenti con le piante dove , per esempio, è stato stabilito che esse hanno sviluppato circa una ventina di sensi fra i quali ce ne sono cinque che assomigliano molto a quelli umani:
odorato e gusto, esse percepiscono e rispondono a sostanze liberate nell’ aria o sui loro corpi;
vista , reagiscono in modo diverso alle diverse lunghezze d’ onda della luce e dell’ ombra;
tatto , una vite, una radice, un rampicante “sanno” quando incontrano un oggetto solido ;
udito , si è scoperto di recente che inequivocabilmente le piante reagiscono ai suoni.
In un recente esperimento condotto da Heidi Appel, un chimico ecologista della Università del Missouri, è stato dimostrato che la registrazione dei rumori emessi da un affamato bruco innescava in una pianta la immediata reazione con la produzione di sostanze chimiche di difesa.
Un altro esperimento, diretto da Stefano Mancuso dell’ Università degli Studi di Firenze, ha fatto scoprire che le radici delle piante sono in grado di trovare un tubo interrato attraverso il quale scorre acqua, anche se l’ esterno del tubo è asciutto .
Anche questo ha suggerito che le piante in qualche modo “sentono”, in questo caso il rumore dell’ acqua che scorre. Ve ne sono poi altri di esperimenti, condotti per verificare se le piante in qualche modo possano percepire, captare, la presenza di altri esseri viventi, le intenzioni, il pericolo imminente.
Sin dagli anni ’70 Cleve Bakster , il più conosciuto esperto della macchina della verità, applicò gli elettrodi di un poligrafo alla pianta che aveva in ufficio, una dracaena, rendendosi conto in breve che la pianta emetteva un segnale diverso a seconda che questa fosse accudita o minacciata.
Dopo un breve periodo il suo ufficio si trasformò in una sorta di laboratorio botanico, dove Backster avviò tutta una serie di esperimenti, arrivando a ritenere che le piante possiedono la capacità di captare le intenzioni, osservò che se una pianta è minacciata di un pericolo o di un danno gravissimo, essa per autodifesa “perde conoscenza”.
Capitò infatti che nel suo laboratorio andasse in visita una fisiologa canadese interessata agli esperimenti.
La prima pianta, collegata al poligrafo, improvvisamente non diede più nessuna reazione, così fece anche la seconda e la terza…anche la quarta pianta non dava segni di vitalità.
Backster volle scoprire cosa avesse causato il fenomeno e pensò di chiedere alla fisiologa se il suo lavoro contemplasse anche la distruzione delle piante.
Essa rispose di si.
La ricercatrice usava mettere le piante in un forno per verificarne il peso a secco, per le analisi.
Ci vollero 45 minuti dopo che la visitatrice se ne fu andata all’aeroporto prima che le piante ricominciassero a dare segni di reazione e di vitalità dal poligrafo.
Molti altri ricercatori, molte altre esperienze raccolte in volumi famosi come “La vita segreta delle piante” di Peter Tompkins e Christopher Bird, fanno ritenere che le piante, con le radici ben piantate nel terreno , a scendere , in armonia con la forza di gravità, e le fronde svettanti verso il cielo, a contrastare quella stessa forza, siano esseri viventi con una sorta di percezione paragonabile ad esseri con un cervello, forse addirittura con una sensibilità tale da cogliere frequenze e vibrazioni sottili, tali da potere essere utilizzate come precursori del terremoto, oppure dell’ uragano.
Collegando il poligrafo a piante millennarie, che sono state quindi più volte investite da questi eventi, potremo forse presto monitorare la reazione al pericolo imminente e avere il tempo per fuggire, noi che lo possiamo fare.
Il video che segue, con il Prof. Stefano Mancuso, merita:
alcune fonti in “La vita segreta delle piante” , in rete si trova un pdf a sbafo, ma è incompleto e non vale la pena, compratevi il libro.
N.B.
L’ ipotesi che le piante possano essere usate come precursori del terremoto rilevando le reazioni al poligrafo, è dell’ autore dell’ articolo.
Salve,
dopo quanto sopra, vorrei sapere se ci sono studi approfonditi per valutare quali piante si possono”mangiare”ed in quale periodo della loro vita si possono estirpare per non farle soffrire.
Saluti.
So che le piante sono gli esseri viventi con la maggior percentuale di recupero. Di una pianta possiamo arrivare a distruggere il 90%
e probabilmente ancora essa vivrà. Ma quando è “eticamente” corretto estirparla completamente? Forse in un periodo in cui abbia sicuramente già prodotto il seme per la prossima germinatura? Giro la domanda ad un fisiologo, invito fra gli altri anche il Prof. Stefano Mancuso.